Il “Libano è sull’orlo del baratro”; “potrebbe diventare a breve il primo Paese del mondo a collassare a causa del Covid”, “cadendo in una spirale di violenze persino più grave di quella che, nel 2005, seguì l’attentato che uccise il capo del governo, Rafik Hariri” (in un ristretto arco di tempo si assistette a 23 fra omicidi e tentati omicidi a sfondo politico).
“Furono mesi terribili, ma i prossimi potrebbero essere tremendamente peggiori di quelli”, è il timore espresso da Beirut.
Investito in pieno dalla guerra siriana, il Libano ha attraversato anni di una crisi politica tuttora in stallo, venendo poi piagato dall’esplosione al porto della capitale nell’agosto del 2020, costata la vita a 207 persone (più di 7mila i feriti, 300mila gli sfollati; i danni sono stati stimati in 10miliardi di dollari). “Il Covid, qui, è stato il colpo di grazia”, si afferma.
Il crollo della lira libanese (che ha perso oltre il 90 per cento del suo valore in un anno e mezzo) ha provocato una impennata folle dei prezzi. L’inflazione, indicata ufficialmente al 146 per cento, sarebbe in realtà a ridosso del 300 per cento. “La benzina e l’elettricità sono razionate, chiudono perfino le farmacie, che in tempi come questi è tutto dire”, si denuncia. La metà della popolazione è precipitata stabilmente sotto la soglia di povertà. Il 30 per cento dei libanesi rischia di morire di stenti.
“In un quadro del genere, in un Paese peraltro penetrato da mille interessi, tutto può accadere”, sostengono gli osservatori più attenti della situazione. Diversi gruppi terroristici “pescano a piene mani” nella disperazione, ma il fenomeno a cui si guarda con maggiore attenzione – ormai da mesi – è quello della rabbia nei confronti della classe politica, che da sette mesi non riesce a formare un nuovo governo. “Una rabbia senza precedenti” che “potrebbe andare rapidamente e definitivamente fuori controllo”.
Fonti qualificate riferiscono che “nel solo mese di febbraio, sono state registrate più di 560 attività criminali” di rilievo, “almeno 170 delle quali comprendenti sparatorie”.